In Italia le auto elettriche procedono a corrente alterna. Da una parte, le immatricolazioni nei primi sette mesi del 2019 sono aumentate addirittura del 113% se si considera il “full electric” e del 60% per le ibride: in termini unitari parliamo di circa 6.000 vetture, che hanno superato le 5.000 dell’intero 2018. Dall’altra questi modelli “green” sono a oggi appena lo 0,5% dell’intero parco circolante.
I dati sono emersi dal Smart Mobility Report realizzato dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano e presentato nei giorni scorsi all’evento sulla mobilità elettrica “That’s Mobility”.
Insomma, c’è molto da fare ancora sul fronte dell’elettrificazione, sia relativamente al parco circolante sia alle colonnine di rifornimento pubbliche/private sul territorio. A differenza infatti dei sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance System) – con Doctor Glass all’avanguardia e costantemente aggiornato nella loro ricalibratura quando si richiede la sostituzione del parabrezza e che registrano aumenti vertiginosi (e che se fossero installati su tutte le vetture circolanti in Italia salverebbero la vita mediamente a 200 persone l’anno) – attualmente questo tipo di motorizzazione ha costi di acquisto più elevati delle tradizionali vetture a motore termico.
Ma grazie alla sensibilità di sempre più persone, a campagne d’informazione, alla graduale riduzione dei prezzi di acquisto, alla scelta di molte case automobilistiche addirittura di smettere di produrre normali diesel/benzina nel giro di pochissimi anni, la situazione va migliorando in numerosi paesi del mondo. Certamente la Norvegia vanta un record di oltre il 50% di auto “green” di nuova immatricolazione (lo ricordiamo ancora, contro il nostro 0,5%), ma la nostra popolazione è di circa 55 milioni contro appena i 5 milioni del paese nordico.
Sul fronte di come alimentare le auto 100% elettriche, che cioè non sono ibride e quindi hanno bisogno di ricaricarsi, nel Regno Unito quest’anno le stazioni di ricarica hanno superato per la prima volta i distributori di carburante: 9.300 contro gli 8.400 (dati Energy Institute e Zap-Map).
In Italia a fronte di una distribuzione per la maggior parte presente al centro-nord, abbiamo 10.000 colonnine, molto poche a confronto dei 20.000 distributori (ma bisogna considerare che ciascuno ha numerose colonnine di carburante).
Ma del resto, se aumenteranno le auto elettriche, aumenteranno le colonnine. E viceversa.