La circolazione di auto elettriche cresce (lentamente) anche in Italia, da una parte approfittando dell’Ecobonus, dall’altra dalla presa di coscienza di sempre più cittadini verso soluzioni di basso impatto ambientale. E con le vetture “green” aumentano anche le colonnine di ricarica.
Uno ampio studio condotto da Motus-E (associazione che raccoglie case costruttrici, aziende della filiera automotive e mondo accademico) prevede che entro il 2030 circoleranno lungo Penisola 4,9 milioni di veicoli elettrici con un sistema di “rifornimento” quasi decuplicato.
Da 16.700 a 130.000 colonnine
Se oggi in Italia abbiamo 16.700 punti di ricarica (PdR) – a fronte di 8.500 stazioni – nel 2030 Motus-E calcola che arriveremo a 130.000. Una previsione positiva che, però, evidenzia anche come la maggior parte dei terminali siano di scarsa potenza: ovvero, obbligano a tempi di ricarica molto lunghi. Attualmente il 95% degli impianti si ferma infatti su potenze di 22-43 kW e pochissime, dunque, sono quelli superiori ai 100 kW, soprattutto lungo le autostrade.
Tra 10 anni, invece, nella migliore delle ipotesi si calcola che “il 62% del fabbisogno energetico verrà soddisfatto con ricariche private e condivise, 32% e 30% rispettivamente, ed il 38% con ricariche pubbliche con 130.000 PdR. I 130.000 PdR hanno potenze maggiormente polarizzate [40% slow (3-7 kW), 45% quick (22 kW), 15% Fast e Super Fast (50-350 kW)]”.
Nord meglio del Sud
“Le infrastrutture di ricarica – si legge ancora nello studio – sono maggiormente presenti al Nord Italia e presso città metropolitane (30% della rete). L’analisi dei posti auto/garage privati rivela che il Nord Italia vanta un maggiore numero di garage/posti auto per immobile (63% al Nord vs. 28% al Sud) e in città minori o zone suburbane (~0,3 garage per abitante vs. ~0,2 garage per abitante in città metropolitane)”.
L’elettrico vale appena lo 0,17%
Su un parco circolante in Italia di 39,2 milioni di veicoli, le auto elettriche pesano appena con lo 0,17%, contro ad esempio la nazione più virtuosa in tal senso che è la Norvegia addirittura al 14,64% (Germania 0,61%, Olanda 0,84%, Regno Unito 0,99%). La nota positiva è che la crescita è a 3 cifre (+118%) considerato il triennio 2018-2020, contro un +2,5% delle motorizzazioni tradizionali.
Prezzi ancora poco accessibili
“L’offerta di vetture elettriche è ancora in fase di sviluppo e si concentra su fasce alte di prezzo – spiegano da Motus-E – L’81% dei veicoli elettrici offerti sul mercato costano tra i € 20.000-80.000. La fascia di prezzo tra i € 10.000-20.000, che per i veicoli a combustione interna rappresenta il segmento con le auto più vendute, non è al momento completamente coperta dall’offerta, se non attraverso l’utilizzo di incentivi per auto di fascia superiore”.
In sostanza, quindi, se si vogliono cambiare veramente le cose, bisogna introdurre modelli con tecnologia “green” a costi accessibili a tutti, oppure aumentare gli incentivi (o entrambe le soluzioni).
Elettriche o ibride?
Dei 4,9 milioni di auto elettriche annunciate per il 2030, se ne prevedono 4 milioni BEV e 900mila PHEV. Le BEV sono vetture “Battery Electric Vehicle”, ovvero elettriche al 100% Le PHEV, invece, sono “Plug-In Hybrid Electric Vehicle”, hanno un motore termico e uno elettrico che si ricarica con un cavo esterno. Le HEV (Hybrid Electric Vehicle), infine, non hanno bisogno di ricarica, in quanto vedono lavorare, anche alternandosi, un motore termico (che fa anche da generatore) e uno elettrico.
Vendite novembre 2020: record elettriche
Guardando il mese di novembre 2020 e i primi 11 mesi dell’anno in Italia, il calo percentuale globale è purtroppo molto elevato: -8,2% novembre 2020/2019 e -28,8% gennaio-novembre 2020/2019.
Come si legge comunque dalle righe evidenziate in grigio, verde e azzurro, le varie categorie di elettriche segnano numeri da record, con punte di +1.210%! Merito degli incentivi che, purtroppo, finora per le fasce più basse non sono stati rifinanziati dopo essere finiti in pochissime settimane, esaurito l’Ecobonus di agosto 2020.