La lotta contro lo smog viaggia anche su quattroruote grazie al progetto di biometano per automezzi ricavato dai fanghi di depurazione, primo nel suo genere in Italia e, più in particolare, avviato in Emilia Romagna.
Se da una parte proseguono i blocchi sui diesel (a Milano dal 1° ottobre è partito un nuovo giro di vite sugli Euro4), dall’altra aumentano le immatricolazioni delle auto elettriche, dall’altra ancora si registrano nuovi progetti che vanno sempre nella direzione della sostenibilità.
Uno dei più recenti è quello diventato operativo in Emilia Romagna, che consente la produzione di biometano a partire dalla depurazione di fanghi di depurazione. A beneficiare di questa energia sono al momento alcune autovetture della flotta aziendale della Iren, azienda multiservizi nel campo dell’energia. L’impianto aperto nei giorni scorsi fa parte del progetto Biomether, partito nel 2013 con un finanziamento dell’Unione Europea e della Regione Emilia Romagna. Grazie alla tecnologia questo depuratore emiliano il biogas è trasformato in biometano grazie all’eliminazione di componenti non utili, con una percentuale di metano pari o superiore al 95%.
A completare l’iniziativa è stata annunciata una partnership con la Volkswagen per valutare – su un arco di sperimentazione di 2 anni – le prestazioni di 3 vetture Polo alimentate con il biometano, ognuna delle quali dovrà percorrere almeno 15mila km ogni 12 mesi.
Tra gli altri vantaggi del progetto, quello di un azzeramento delle spese di logistica, essendo trattandosi di un biometano a “chilometro zero”, cioè prodotto dallo stesso impianto (Roncocesi – RE) dove è poi installato il distributore di rifornimento. Il restante carburante viene invece immesso nella rete nazionale, dando anche qui un contributo “green” verso gli obiettivi europei del 2020 che prevedono una quota del 10% in biocarburanti.